Mezzofondo con pendolo, 2022

Gesso marmorino, pigmenti, magneti, cavo d’acciaio
70 x 70 x 30 cm con altezza pendolo variabile

 

Mezzofondo con pendolo | Uno strumento per misurare la felicità

Mezzofondo con pendolo si compone di una base in gesso e pigmenti minerali a base rame del diametro di 70 cm ed un pendolo che varia le sue misure in base allo spazio in cui è inserito.

La simbologia insita in quest’opera appartiene sia ad una coscienza cosmico-mitologica che ad un bisogno profondamente umano di confrontarsi con il tempo.

La sua rappresentazione è un pendolo immobile all’apparenza che simultaneamente si muove in due direzioni: verso il profondo e verso la superficie.

Fermarsi?

Mezzofondo con pendolo offre una chiave di lettura per cogliere il modo in cui le persone percepiscono lo spazio e il tempo senza, però, pretendere di metterli in relazione a qualcosa.

Nonostante l’essere umano utilizzi vari metodi di misurazioni scientifica, non è quasi mai veramente cosciente del tempo e dello spazio in cui si trova. Quando ci si affida solo agli strumenti esterni, invece di considerare quelli interiori, non possiamo fare altro che perderci.

Per potersi orientare nell’universo la discriminante è dunque l’emotività, senza banalizzazione e senza decontestualizzazione, l’espressione piena dell’emotività ha il suo compimento nella sensazione di felicità. Essere al posto giusto nel momento giusto. La felicità è un bisogno costante che trascende qualsiasi tipo di preconcetto e ci rende consapevoli di dove siamo esattamente.

L’opera serve proprio come utensile per ritrovare quel punto in cui la propria felicità si perde e si ritrova, è una sorta di bussola che smette di muoversi perché non ha più motivo di farlo e a quel punto esiste solo chi sa leggere e chi non vuole farlo. 

Quest’opera non è la soluzione all’infelicità ovviamente, è un aiuto fisico, una rappresentazione in gesso e pigmenti del nostro mezzofondo interiore, di quell’invisibile strumento interno che spesso decidiamo di non usare.

Lo scopo dell’opera è dimostrare che esiste un mezzo per ritrovare l’orientamento, un canale a cui affidarsi per leggere ciò che di solito rimane trasparente.

(Roberto Mauri)


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