Terre D’Istanti, 2023

Malta, pigmenti, gasbeton, alberi
500 x 1000 x 160 cm
Mapello (BG)

 

L'opera Terre D'Istanti dell'artista Chiara Gambirasio viene commissionata dal Comune di Mapello in occasione del trentesimo anno di gemellaggio con Sasbach (DE) come testimonianza del legame e della profonda connessione che può sorgere tra due luoghi distanti geograficamente ma uniti da un intreccio di storie e tradizioni.

Questa doppia installazione in malta colorata, collocata appunto in Piazza Sasbach, all’interno del parco pubblico del comune di Mapello, rappresenta un punto fisico e un momento simbolico per la storia di questo gemellaggio, fino ad ora conservata tramite i ricordi delle persone, più che una storia ufficialmente scritta.

L'opera assume la forma di due montagne che si guardano. Il punto di partenza è un elemento comune ai due paesi, e ben presto il paesaggio misto di pianura e collina, vigneti e campi coltivati, diventa immagine della somiglianza tra i due luoghi. L'opera si presenta vista dall'alto come la fusione tra le piante geografiche di Mapello e Sasbach, sul dorso presenta una materialità rocciosa, mentre le facce interne dei due elementi sono tagliate perfettamente così da poter mostrare al loro interno sezionato una raggera colorata. Un’opera monolitica che raggiunge l'ingombro di 500 x 1000 x 160 cm, seppur divisa in due e comprensiva di uno spazio vuoto che unisce e separa gli elementi. Il colore è l’energia che muove l’intenzione. Partendo dalla Kenoscromìa, pratica artistica di Chiara Gambirasio, la superficie colorata dell'opera porta la forma della montagna verso qualcosa di leggero e trasognato.

La soggettività dell'osservatore è parte fondamentale nella codifica dei colori usati, poiché essi variano in ogni istante in quanto legati indissolubilmente alle influenze mitologiche, fisiche, chimiche ed empiriche della visione dell'individuo. Il colore viene inteso come sostanza di incontro tra materia e luce diventando rappresentativa di un vuoto che scorre tra gli individui, tra i paesi, tra le entità gemelle. Tale spazio diviene uno spacco che mostra il rapporto tra memoria e materia attraverso un gesto di sedimentazione volontaria.

Le raggiere sono formate in totale da 30 spicchi di colori diversi, le cui punte non sono visibili ma continuano al di sotto del livello della terra. Indicano un nucleo sommerso ma irraggiano materia colorata fino ai nostri sguardi come se arrivassero dal centro del pianeta ed emergessero in quel luogo per farci leggere i ricordi di un tempo più esteso, un tempo geologico.

Laddove l’uomo non può arrivare con la propria memoria, l’opera d’arte ricrea il processo di sedimentazione delle rocce per tentare una nuova nascita, un nuovo inizio. Fine e inizio, un percorso universale che segue leggi al di fuori di noi. Qui, ora si posiziona un nucleo fermo che si prende carico delle memorie e le proietta verso il futuro. Da qui in poi inizia un nuovo capitolo, un rinnovo di gemellaggio.

(Roberto Mauri)


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